Le restrizioni della capacità ha impedito agli Ostelli della “Costa da Morte” di giovarsi dell’arrivo dei pellegrini
da Marta Lopez (CARBALLO) 05-09-2021
https://www.lavozdegalicia.es/noticia/carballo/2021/09/05/aforos-impidieron-albergues-aprovechar-llegada-peregrinos/0003_202109C5C1993.htm
Le restrizioni della capacità ha impedito agli Ostelli della “Costa da Morte” di giovarsi dell’arrivo dei pellegrini
In estate erano solo il 30%, ma la domanda era molto più alta. È stato notato un calo del numero di pellegrini stranieri.
“Se avessimo più spazio, ne riempiremmo di più”. L’Ostello “Et Suseia” di Muxía ha aperto solo alla fine di luglio, ma ha già potuto assaporare il fascino del Camino a Finisterra, anche in uno Xacobeo atipico come quello attuale. “ Come capacità di accoglienza, ci hanno tenuto per tutta l’estate al 30% ed eravamo al completo. Ora sono saliti al 50% e di nuovo siamo senza posti liberi”, aggiungono i responsabili, una visione condivisa da altri Ostelli consultati. All’ostello “Moreira” di Cee, ad esempio, possono ospitare solo undici pellegrini ora che sono al 50%. Apparentemente, dicono, è stata un’estate abbastanza buona, ma come ci si confronta con gli altri anni se possono usare solo metà del loro stabilimento? Tuttavia, dicono, “Pensiamo che sia stato un buon agosto per tutti, dato che c’erano molte persone”, anche se la sua gestibilità è stata molto limitata dalle restrizioni di capacità, che potevano essere ovviate solo se si trattava di un gruppo unito e unico, qualcosa che i richiedenti alloggio doveva dimostrare “firmando una serie di documenti” a garanzia, spiegano dall’Ostello “Moreira”.
A Finisterra, basta una telefonata all’ufficio del turismo per verificare che l’afflusso di pellegrini non si ferma a nessuna ora del giorno. In giugno hanno emesso 729 “Fisterrane”, in luglio hanno superato 1.500 pellegrini, e la cifra di agosto (non ancora disponibile), punta nella stessa direzione; molta affluenza, soprattutto nazionale.
E se c’è una cosa che sia i responsabili degli uffici turistici della zona, che i diversi ostelli hanno notato, è che c’è stato un calo abbastanza marcato nel numero di pellegrini stranieri. Se prima rappresentavano un’alta percentuale di coloro che venivano sulla Costa da Morte a piedi da Santiago, ora rappresentano circa il 25%. Questa è la cifra che gestiscono dall’ufficio di Muxia: “I Paesi che ci hanno visitato di più sono stati Italia, Francia, Germania e Portogallo”, dice il tecnico, che sottolinea la presenza di “molti tedeschi” dalle prime settimane d’estate. Non hanno ancora contato il numero di “Muxianas” rilasciate, poiché oltre all’ufficio stesso, le distribuiscono anche agli ostelli e alla biblioteca, ma sanno già che ce ne sono state “molte” durante questi mesi.
Mancanza di collegamenti aerei
L’assenza di stranieri non ha solo a che fare con le restrizioni sanitarie (necessità di passaporto Covid) “Green Pass” o quarantene forzate a seconda del paese d’origine), ma anche con la scarsità di collegamenti aerei dai diversi aeroporti galiziani. “Era qualcosa che molti pellegrini che sono passati da qui ci hanno detto”, dicono da Cee, e oltre che essere pochi, i voli che esistono non sono esattamente a buon mercato.
Per quanto riguarda i pellegrini nazionali, che hanno contribuito a bilanciare l’equilibrio, si evidenzia la presenza di Madrilenos e pellegrini dalla Catalogna e Aragona. “Questa gente del nord fa molto alpinismo ed è abituata a camminare. Senti qualcuno che ti dice che lui ha più Km nelle sue gambe, che nella sua macchina “, hanno detto all’Ostello “Moreira”.
Nel complesso, e nonostante la situazione sia stata lontana da quello che sarebbe stato un normale Xacobeo, il Camiño de Santiago, ha riportato buone cifre quest’estate alla Costa da Morte, una regione che è stata immersa in attività, incontri culturali e altri eventi che hanno avuto lo scopo di promuovere il percorso.
Oggi, a Camariñas hanno celebrato l’arrivo di Alfonso IX nel suo Cammino verso Santiago, mentre a Vimianzo, hanno coordinato una camminata nei luoghi della “Translatio”,
e la rappresentazione della “Translatio” realizzata nella chiesa di Cereixo. A Fisterra, invece, è iniziato ieri il progetto “Des-enfocar Fisterra”, che porterà in città artisti, architetti, scienziati, scrittori e professionisti della gastronomia.
“Apatrigal” denuncia che i dintorni del Faro di Finisterra sono pieni di rifiuti.
“Non vogliamo questo turismo“.
In questo modo, l’Associazione per la Difesa del Patrimonio Galiziano (Apatrigal) ha denunciato una pratica purtroppo abbastanza comune tra i pellegrini e camminatori che arrivano a Finisterre come destinazione finale del loro itinerario: lasciare su una croce di pietra intorno al Faro (come una sorta di appartenenza), amuleti, vestiti, fazzoletti, bastoni o ciondoli, tra altre cose che finiscono poi per coprire la croce, e alcuni di essi poi finiscono per essere trasportati dal vento e depositati in mare.
“Pellegrini che arrivano a Finisterre e lasciano alla fine del Cammino di Santiago ciò che non gli serve più e che finirà sicuramente in mare”, aggiungono dall’Ente.
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Vi è molto da fare!
Il Camiño de Santiago è vita e, come la vita, deve essere curato. Gli Ostelli sono ostacolati dalle norme anti-Covid, ma le garanzie sono anche un punto di forza ed è così che deve essere visto. La sicurezza è la migliore lettera di presentazione. La Via verso Finisterre è un’attrazione dall’inizio dei tempi e deve essere vista come tale. Per questo motivo sono deplorevoli le immagini squallide di immondizia e delle altre cose che si vedono nei dintorni del Faro, nonché la mancanza di ordine. C’è così tanto da fare!
Adattamento traduzione Mauro Sala